Palazzo Bonatti

Le origini del palazzo

Il palazzo oggi sede del Consorzio di bonifica Garda Chiese venne fatto erigere nel 1481 da Antonio Bonatti, incaricato di affari per conto di Francesco II e Federico II Gonzaga, e costituisce uno degli esempi più significativi di dimora patrizia all’interno della città.

La facciata principale

La facciata principale mantiene ancora l’impostazione quattro-cinquecentesca.

Il balcone che si affaccia su Corso Vittorio Emanuele II, posato all’inizio dell’ottocento, ha coperto parte della scritta che il figlio Francesco fece apporre per ricordarne la costruzione:

Al tempo di Federico Gonzaga, terzo principe, ottimo e clementissimo, giureconsulto e cavaliere Antonio Bonatti edificò da vivo, dalle fondamenta, a proprie spese, questa casa, qualunque essa sia, decoro eterno della patria e della famiglia, nell'anno di grazia 1481.

L’impianto ricalca quello dell’edilizia tradizionale mantovana, tuttavia si riconosce il tentativo di nobilitare il palazzo attraverso l’apertura di un ampio cortile, intorno al quale sono organizzate le varie stanze.

Facciata principale del palazzo, dove si affaccia il balcone.

Storia, potere e trasformazioni

Dopo la famiglia Bonatti il palazzo ha avuto nel tempo diversi proprietari, dai conti Porta, ai Partesotti, ai Bressanelli fino al Consorzio di bonifica Medio Mantovano, che lo ha acquisito nel 1950 ma che già da diversi anni lo occupava con i suoi uffici.

L’attuale assetto è frutto di progressive modifiche apportate negli anni dai diversi proprietari.

L'evoluzione nei secoli

1600

La prima metà del 600 segna l’intervento degli Striggi su architetture e decorazioni.

1800

Nell’ottocento vengono eseguite le aperture e inferriate di finestre corpi di via Curtatone e Montanara mentre sul finire del XIX secolo il palazzo ha subito alcune manomissioni, tra cui l’alienazione dei preziosi marmi che adornavano la facciata. La vicenda è descritta in modo dettagliato in questo articolo.

2025

Da ultimo nel 2025 è stato completato il restauro di tutte le facciate, degli elementi marmorei e lignei restituendo così all’antico splendore Palazzo Bonatti, protagonista di un viaggio che parte dalle origini nobiliari nella fine del ‘400 e arriva fino all’attuale vocazione al servizio della terra, dell’acqua e delle comunità che da esse traggono vita: la valorizzazione della storia come fondamento del futuro.

1500

Durante la seconda metà del cinquecento il cortile venne chiuso da tutti i lati con il completamento dei corpi su via Curtatone e Montanara.

1700

La data 1738 incisa nel marmo dell’ingresso laterale di indica un intervento operato dai conti Porta in particolare dello scalone e degli appartati decorativi.

2000

A partire dagli anni 2000 il Consorzio di bonifica ha poi dato corso a importanti lavori di restauro che hanno consentito il ripristino di tutti gli ambienti interni, con il recupero degli affreschi e delle sculture.

Sala delle Grottesche

La Sala delle Grottesche di Palazzo Bonatti conserva uno dei cicli decorativi cinquecenteschi più significativi del palazzo, con affreschi distribuiti su due registri sovrapposti. Le pitture, ispirate al linguaggio delle grottesche sviluppato dopo la riscoperta della Domus Aurea, alternano motivi vegetali, animali fantastici, elementi architettonici e simbolici.

La parete meridionale, visibile nell’immagine, mostra bene la raffinatezza compositiva e la ricchezza cromatica tipica di questo linguaggio, adottato a Mantova anche grazie all’influenza di Giulio Romano e dei suoi seguaci.

Parete meridionale della Sala delle Grottesche.

Gli ambienti del palazzo

Sala degli Imperatori

La Sala degli Imperatori, così chiamata per le effigi dei dodici imperatori romani dipinte nelle lunette, è decorata con una ricca volta a crociera che risale all’inizio del Seicento.

Al centro del soffitto campeggia la figura allegorica della Vittoria alata, affiancata da angeli cariatidi. La decorazione pittorica si caratterizza per uno stile tardo manierista di gusto neoclassico, con cornici finte, busti entro nicchie e scene mitologiche, che si alternano a motivi floreali e a iscrizioni latine. Questa sala, parte della residenza, mostra ancora oggi tracce evidenti della trasformazione barocca subita dal palazzo nel XVII secolo.

Particolare della decorazione della sala degli Imperatori.

Sala degli Specchi

Conserva le tracce più consistenti delle decorazioni più antiche. Qui la decorazione continua sul soffitto a tema zoomorfo e antropomorfo, circonda uno specchio posto sulla sommità del soffitto stesso.

Soffitto della Sala degli Specchi.

Sala delle Prospettive

Caratterizzata dalla sovrapposizione di due decorazioni a fresco, una risalente alla metà del ‘500 e l’altra alla prima metà del ‘700. Gli affreschi cinquecenteschi in particolare costituiscono il tentativo di sfondare illusionisticamente lo spazio chiuso della sala.

Scala Settecentesca

Lo scalone principale collega il piano terra al piano nobile. Consiste di un unico grande ambiente caratterizzato dalla scalinata marmorea e da un dipinto allegorico della prima metà del ‘700. È da ritenere che questo scalone altro non sia che il rifacimento del sistema di risalita quattrocentesco.

“Il Carro del Sole”, affresco settecentesco che orna la volta della scalinata interna
“Il Carro del Sole”, affresco settecentesco che orna la volta della scalinata interna

Piano Nobile

Il piano nobile del palazzo conserva la struttura del primo piano, con ambienti ampi e soffitti a cassettoni barocchi ridipinti su decorazioni rinascimentali.

L’apparato pittorico è costituito da una fascia che corre su tutte le pareti immediatamente sotto il soffitto.

Particolare di un soffitto a cassettoni del piano nobile.

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